Biografia

Nato nel 1922 a Parigi, Chopin è uno dei protagonisti della neoavanguardia internazionale, attivo fin dagli anni Cinquanta, tra i fondatori della poesia sonora. Durante la Seconda Guerra Mondiale viene costretto al lavoro obbligatorio nel 1942 e l’anno dopo è deportato dai tedeschi a Olomuk in Cecoslovacchia. Tra il 1944 e il 1945 si ritrova a marciare con ‘la marcia della morte’ verso la Russia. Le terribili condizioni della guerra furono una fonte d’ispirazione per le sue opere. Il 1955 è l’anno in cui il suo interesse per la poesia subisce una svolta: sull’isola di Ré, dove il poeta è educatore per ragazzi disadattati, nel mercato di Saint-Martin-de-Ré, dove nel XV sec. il Re Sole fece costruire da Vauban la famosa cittadella fortificata, Chopin incontra una venditrice ambulante che gli dona un magnetofono portatile. La scoperta dell’apparecchio aprirà nuove prospettive alla poesia dell’artista, grazie alla capacità di custodire la voce umana, segno di un gesto interiore. Figura chiave dell’avanguardia francese, Chopin s’inscrive in quella cerchia di poeti prossimi al lettrismo e alla lezione di IsidoreIsou, tra i quali, oltre a lui, sono da annoverare Dufrêne, Wolman, Brau, Paul De Vree, Gysin, Bernard Heidsieck. È con François Dufrêne, voce del “traité” di Isou, che si trova in grande sintonia. Verso la fine degli anni Cinquanta (1957), infatti, si affaccia alla guida degli ultralettristi, un gruppo formato da una costola del movimento di Isou, ispirato alla poetica del grido di Artaud e animato da Dufrêne. Per gli ultralettristi la voce rappresenta l’energia interna necessaria ad alimentare la rete delle relazioni con il mondo, in altre parole l’energia vocale rappresenta la vita stessa. Nel 1959 fonda “OU”, la prima rivista di teoria e poetica del suono che accoglierà autori come Dufrêne, Bernard Heidsieck, William Burroughs, Ladislav Novak, Mimmo Rotella e altre figure importanti delle avanguardie mondiali, contenente testi, immagini e materiali sonori in vinile. Chopin, abile precursore dei tempi, non si limita a coltivare la sfera creativa della poesia sonora e verbale. Figura chiave dell’avanguardia francese, e in seguito apprezzato a livello internazionale, è anche artista visivo, grafico, tipografo, performer, regista, editore e promotore artistico indipendente. Molte sono state le sue comparse anche in Italia. Come performer prende parte a numerosi festival e come poeta concreto partecipa a varie esposizioni. Entra a far parte anche della redazione internazionale della “Taverna di Auerbach”, una rivista internazionale di poetiche intermediali nata nel 1987 e in attività fino al 1990, diretta da Giovanni Fontana. I suoi interessi, oltre che alla poesia verbale, sonora e oggettuale, e al film, si trovano orientati anche nel senso di una scrittura teorica (p.es. lettere aux Musiciens Aphines, in OU, no.33, la rivista da lui gestita), teatrale e perfino pamphlettistica, il che va compreso anche alla luce delle sue personali condizioni, maturate nelle perizie del suo coinvolgimento nelle vicende della seconda guerra mondiale, convinzioni ch’egli non si stancò più, d’allora, di sostenere (Stelio M. Martini, introduzione al testo di H. Chopin, L’ultimo romanzo del mondo (1961), Edizioni Morra, Napoli, 1984). Nei primi anni Ottanta entra in contatto con Giuseppe Morra, fondatore dello Studio Morra, oggi Fondazione Morra, uno dei più importanti spazi storici dedicati all’arte contemporanea della città di Napoli. Il loro sodalizio produce sin da subito numerosi lavori, quali pubblicazioni e supporti audio, in particolare i dattilopoemi, composizioni realizzate a macchina da scrivere dove il lato visivo offre molteplici letture ai limiti dell’impossibilità, delle vere e proprie partiture visive in cui l’immagine si perde nel sonoro, entrambi intesi come oggetti fisici. Le sue sperimentazioni verbovisuali sono rappresentate proprio dai dattilopoemi, in grado di creare una corporeità testuale attraverso la tensione visuale provocata dalla sovrapposizione di diversi testi e strutture di lettere, formanti uno scheletro architettonico che rivela la forma pura della parola. Chopin resta un importante punto di riferimento per più generazioni di artisti sia sul fronte della poesia del suono, sia su quello della poesia dell’immagine. Nelle sue opere il visivo si abbandona al sonoro ed entrambi vengono resi per la loro fisicità assoluta. Henri Chopin si spegne nel 2008 a Dereham, UK.

Henri Chopin, Temperature Flegree, 1988, Cuma © Fondazione Morra

ENLUMINURE

1984

Pag. 32 / Francese-Inglese-Italiano

Prefazione

La Conference de Yalta

1986

Pag: 68 / Italiano-Francese-Inglese

Prefazione

L’ultimo romanzo del mondo 1961

1984

Pag: 221 / Illustrato / Italiano

Prefazione

IL GAMBERO COSMOGRAFICO 1965 IL GRANCHIOLINO IMMAMORATO 1967

1993

“Le homard cosmographique, 1965 / La crevette amouruse, 1967”
Pag. 149 / Italiano-Francese

Prefazione

Les Mirages Des 27

1995

“Visioni dei 27 segni”
Con la prefazione di Stelio Maria Martini
Pag: 136 / Italiano-Francese

Prefazione

LES FILTRES de l’ALPHABET et de l’€ – ou la puissance de l’utopie, 2001-2004

2013

Con una nota di Stelio Maria Martini
Illustrato a colori / Pag: 108 / Francese-Italiano
CD AUDIO

ISBN 887852030-6

Prefazione