Il Quartiere dell’Arte


 

Il Quartiere dell’Arte nasce con l’intento di creare nel tempo una rete di identità culturali e creative operanti all’interno del quartiere Avvocata della città di Napoli, per rigenerare e riqualificare l’area urbana attraverso le pratiche dell’arte e della cultura. Con l’apertura del Museo Nitsch nel 2008, la Fondazione Morra pone le basi per l’attivazione di quel processo di rinnovamento che l’arte è in grado di sviluppare, entrando in contatto con gli abitanti e le diverse realtà culturali e amministrative che operano nel territorio.

Un Quartiere dell’Arte nel centro storico della città di Napoli deve intendersi come un progetto-processo basato su una strategia integrata di valorizzazione e reinterpretazione del binomio identità creativa/vocazione territoriale. Nella fase attuale il progetto viene riconfigurandosi per mezzo di nuove storie di rigenerazione urbana – come nel caso di Casa Morra, progetto di attivazione, disseminazione e tutela attiva di una delle più grandi collezioni di arte contemporanea cittadina che funge, già da ottobre 2015, da importante vettore culturale e che trova sistemazione presso il Palazzo Cassano Ayerbo D’Aragona a Materdei.

Il Tema del Quartiere dell’Arte vedeva la luce in un periodo nel quale il concetto di area metropolitana era ancora di là da venire: oggi il motto Un Quartiere si fa città va rilanciato con un altro respiro – per intenderlo come una componente di una vasta area dello spazio metropolitano che chiede di essere città creativa, sul modello di altre città europee che contemplano porzioni di città a forte dinamicità sociale e progettuale, all’interno di un’idea di città come infrastruttura complessa atta a produrre reti.

Il tentativo negli anni a venire sarà dunque quello di sviluppare, in un’ottica di network europeo, strategie di gestione integrata e buone pratiche per favorire l’equilibrio tra conservazione del patrimonio cittadino ed il loro sviluppo socioeconomico ed aumentare la competitività delle aree più vive e vitali della città. In quest’ottica l’arte diventa uno strumento per rigenerare spazi in stato di abbandono, materiale e simbolico, riscoprirne il potenziale, coinvolgere i cittadini nella vita della comunità. Un contenitore culturale – uno spazio fisico e simbolico capace di accogliere e mettere in rete saperi e strumenti della produzione creativa – meglio di ogni altro dispositivo può rivelare, per mezzo del fare, il genius loci di una specifica area urbana. È d’altra parte necessario riconoscere la natura della città, la sua essenza proteiforme, e sempre in divenire. Il Quartiere dell’Arte è pensato, in ultima analisi, come un laboratorio aperto, un’idea che mira a identificarsi, con l’intera estensione del perimetro cittadino e della città metropolitana in divenire: cioè a dire, un’impresa che miri a proporre un’alternativa al canone con cui la città, in genere, comprende se stessa.