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Millenanni Quarto Anno

6 Maggio-17:30/31 Luglio-18:00

Millenanni Quarto Anno
Giovanni Fontana: prospettive epigenetiche
Rassegna organizzata da Fondazione Morra in collaborazione con Fondazione Bonotto
a cura di Giuseppe Morra e Patrizio Peterlini

6 maggio – 31 luglio 2025

Casa Morra. Archivi d’Arte Contemporanea
 Salita San Raffaele 20/c, 80136 Napoli

In occasione del quarto anno di Millenanni, la Fondazione Morra, in collaborazione con la Fondazione Bonotto, inaugura in data 6 maggio 2025 il percorso espositivo Giovanni Fontana: prospettive epigenetiche. In concomitanza dell’inaugurazione, dal 6 all’8 maggio una serie di eventi esploreranno la ricerca e l’innovazione artistica attraverso l’opera verbo-visiva e sonora con il contributo di artisti e critici del panorama contemporaneo.

Il programma prevede conferenze, dialoghi e performance che riflettono sulla poesia, l’avanguardia e le sperimentazioni sonore e visive. Tra gli eventi principali, il concerto elettroacustico Che la poesia riconosca il suo corpo, le videoproiezioni di Videoverbigerazioni sonore e la trilogia performativa Liber’action, con la partecipazione di artisti come Alain Arias-Misson, Julien Blaine e Giovanni Fontana; altri interventi performativi di rilievo, quelli di Serge Pey, Chiara Mulas, Luigi Cinque e Lello Voce. Un’occasione per approfondire le connessioni tra linguaggio, arte e performance, con interventi di esperti e autori che offrono nuove prospettive sull’arte contemporanea. Di supporto al ciclo di tre giornate, tra i mesi di maggio, giugno e luglio, si svolgerà la rassegna cinematografica Millenanni Quarto Anno presso Casa Morra – Archivi d’Arte Contemporanea, nella sede degli Archivi Mario Franco, con un focus speciale sul tema Il Cinema delle Avanguardie, a cura dell’omonimo storico del cinema. Questa rassegna esplorerà le contaminazioni tra il cinema e le Avanguardie Storiche, indagando l’influenza di artisti come Duchamp, Richter, Picabia, Satie, Bunuel ed Ernst sulle pratiche cinematografiche. L’attenzione sarà rivolta alle sperimentazioni cinematografiche degli anni ’60, in particolare l’Underground americano, i movimenti Living e Fluxus, così come alle recenti tendenze artistiche, tra cui la Body Art, l’arte concettuale e la Pop Art. Un’occasione unica per analizzare le intersezioni tra cinema e arte contemporanea e per riflettere sul potenziale rivoluzionario delle avanguardie nel contesto del linguaggio visivo.

Figura cardine della sperimentazione verbo-visiva e sonora in Italia e in ambito internazionale, Giovanni Fontana (Frosinone, 1946) ha costruito un’opera multiforme e radicale, che si dispiega attraverso poesia, performance, installazione, musica e videoarte. La sua traiettoria si colloca nell’alveo delle neoavanguardie, ma se ne distingue per l’originalità con cui attraversa e intreccia i linguaggi, senza mai aderire a un unico codice o sistema espressivo. Tra i principali promotori della poesia sonora in ambito europeo, Fontana elabora una scrittura performativa in cui la voce, l’azione e il segno grafico convivono in un continuo processo di trasduzione e slittamento di senso. Le sue opere, spesso raccolte sotto la definizione di poesia epigenetica, superano la dimensione testuale per situarsi in una dinamica evolutiva che coinvolge il corpo, lo spazio e il tempo come elementi costitutivi del testo. A partire dalla sua lunga attività come teorico, editore e promotore culturale, Fontana ha saputo rifondare la nozione stessa di poesia, svincolandola dalla pagina e riattivandola come dispositivo esperienziale. Tra i suoi strumenti: registratori, sintetizzatori, la macchina da scrivere, il nastro magnetico, la voce in stato di alterazione, ma anche il gesto scenico, il disegno e la parola scritta. Ogni mezzo è un campo di tensione in cui la materia verbale viene disgregata, ricomposta, riformulata. In Fontana la parola è organismo instabile, forza dinamica e incarnata. Il significato si scioglie in energia acustica, il segno visivo si espande nello spazio, la sintassi si frantuma in ritmo. L’autore si fa operatore di una comunicazione altra, che sfida la logica sequenziale e privilegia l’emergenza del sensibile, del frammentario, del non lineare.

PROGRAMMAZIONE EVENTI

6 maggio ore 17.30
Millenanni Quarto Anno – Vernissage
Intervengono:
Isabella Morra, Presidente Fondazione Morra
Eva Elisa Fabbris, Direttrice Museo Madre
Patrizio Peterlini, Direttore Fondazione Bonotto
Giuseppe Morra, Direttore Fondazione Morra

ore 18.30
Prospettive epigenetiche
L’opera verbo‐visiva e sonora di Giovanni Fontana
Patrizio Peterlini dialoga con Lello Voce

ore 20.00
Che la poesia riconosca il suo corpo
Concerto elettroacustico per voce, piano, fiati ed elettronica
Giovanni Fontana (testi e voce), Luigi Cinque (strumenti ed elettronica) Maurizio Malabruzzi (ambient)

Concerto triadico
Luigi Cinque, Giovanni Fontana, Lello Voce (testi, suoni e voci)

7 maggio ore 17.30
I controcanti dell’avanguardia
Barbara Meazzi dialoga con Francesco Muzzioli

ore 18.30
Videovociferazioni sonore
Videopoemi di Giovanni Fontana
Presentazione e start di videoproiezioni in loop.

ore 19.30
Poésie‐action
Chiara Mulas e Serge Pey
con la partecipazione di Giovanni Fontana

8 maggio ore 17.30
Scritture complesse
Daniele Poletti dialoga con Marcello Sessa

ore 18.30
Intermedia
Prefigurazioni e effetti
con Barbara Anceschi, Giovanni Fontana e Patrizio Peterlini

ore 19.30
Liber’action: trilogia performativa
Alain Arias‐Misson, Julien Blaine, Giovanni Fontana

BIOGRAFIE

GIOVANNI FONTANA (Frosinone, 1946) è un poliartista che spazia tra molteplici forme espressive, tra cui arti visive, architettura, teatro, letteratura e musica, con una particolare attenzione alla scrittura intermediale. La sua carriera artistica ha avuto inizio nel 1963 con la sua prima mostra personale in cui esplorava il legame tra la letteratura e le arti visive. Negli anni successivi ha partecipato attivamente a gruppi teatrali e, nel 1968, ha fondato una compagnia sperimentale che si è evoluta in un’associazione culturale di ricerca teatrale, “Teatro Nuova Dimensione”. Le sue prime sperimentazioni verbo-visive risalgono agli anni ’60, parallelamente alla sua ricerca sonora con il nastro magnetico che ha applicato anche in ambito teatrale. Negli anni ’70, Fontana entra in contatto con Adriano Spatola e diventa un punto di riferimento nel panorama della poesia visiva e sonora. Il suo lavoro ha dato vita a opere di poesia visiva, fonografie e videografie e ha pubblicato libri e dischi, tra cui i romanzi sonori Chorus (2000) e Tarocco Meccanico (1990). Le sue poesie sonore sono state trasmesse su reti come RAI, BBC e BRT. Nel corso della sua carriera, Fontana ha fondato e collaborato con diverse riviste e ha partecipato a numerosi festival internazionali di poesia e arte elettronica. Le sue opere sono state esposte in più di seicento mostre in Europa, America, Giappone e Australia, tra cui eventi prestigiosi come la Biennale di São Paulo (1981) e la Biennale di Venezia (2003). Ha anche diretto il gruppo “Hermes Intermedia” con compositori come Antonio Poce e Valerio Murat, con cui ha creato nuove versioni di opere come Histoire du soldat di Igor Stravinsky. Fontana ha scritto anche per musicisti come Ennio Morricone e Luca Salvadori e ha collaborato con gruppi di poesia sonora come “Il Dolce Stil Suono” e “Fuoritesto”. Nel corso degli anni, ha ricevuto numerosi premi, tra cui il “Premio della Cultura” nel 1987 e il “Premio Eugenio Miccini” nel 2008 per la sua carriera nella poesia d’azione. Il suo ultimo libro di poesia, Frammenti d’ombre e penombre (2005), rappresenta una sintesi della sua ricerca artistica e teorica, che ha anche condiviso attraverso conferenze e studi su figure come Anton Giulio Bragaglia e Oscar Schlemmer. La sua carriera si caratterizza per un impegno costante nella sperimentazione e nell’incontro tra diverse forme d’arte , cercando di superare le barriere tradizionali tra i media.

PATRIZIO PETERLINI è il direttore della Fondazione Bonotto. Laureato in Lettere Moderne e Psicologia Clinica, ha conseguito un D.E.A. in Psychanalyse Concept et Clinique presso l’Università Paris-8. Membro della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi in Italia, è docente di Psicologia dell’arte all’Accademia Santa Giulia di Brescia. Dal 2005 al 2010 ha collaborato con l’Archivio F. Conz, curando pubblicazioni, mostre e la catalogazione delle opere e dei documenti. I suoi contributi sono stati pubblicati in numerosi cataloghi d’arte e riviste di psicoanalisi. Ha scritto, prodotto e realizzato, con Piero Matarrese, il film La Perf En Fin. La recherche de Julien Blaine (Smoking Frog Production & Ed A. Parise, Vr). Tra le sue principali pubblicazioni: Sarenco: le riviste, la lotta. Storia di un esploratore d’avanguardia (Nomadnomad, Brescia); Riviste d’arte d’avanguardia. L’esoeditoria in Italia negli anni 60 e 70 (con Giorgio Maffei, Ed. Bonnard, Milano); Fluxbooks. Fluxus Artist Books from the Luigi Bonotto collection (Mousse Publishing, Milano); e Arrigo Lora Totino. La parola come poesia segno suono gesto (Danilo Montanari, Ravenna).

LUIGI CINQUE. Regista, polistrumentista e compositore di musica classica, folk e jazz, ha collaborato con il teatro d’avanguardia, l’arte visiva e la nuova danza europea, lavorando con figure di spicco come Carlo Quartucci, Pina Bausch, Jannis Kounellis, Bonito Oliva, Nanni Balestrini, V.S. Naipaul, Paco Taibo II e Aldo Nove. Ha scritto e diretto opere contemporanee in città internazionali quali Roma, Rio de Janeiro, Jakarta, Sidney, Tokyo, Nairobi, Dakar, Tel Aviv e Mosca. Ha pubblicato con etichette come CRAMPS, Ricordi, BMG, MRF, Fandango, EMI e Warner. Nel 2003, il suo album Tangerine Café ha vinto il premio della critica internazionale come miglior disco World Music. La sua formazione musicale in concerto è l’Hypertext O’rchestra. Ha diretto lavori per Rai, Arte France e emittenti di Canada e Spagna. Il suo primo lungometraggio è Transeuropæ Hotel.

FRANCESCO MUZZIOLI. Nato a Roma nel 1949, Muzzioli è docente di critica letteraria e letterature comparate all’Università “La Sapienza”, dove si è laureato nel 1971 con una tesi sulla poesia sperimentale. È attualmente membro del Dipartimento di Italianistica e Spettacolo e insegna nei corsi di Letteratura, Musica e Spettacolo, e di Letteratura e Lingua (Laurea). Le sue ricerche si concentrano sulla critica letteraria, la teoria letteraria e la letteratura del XX secolo, con particolare attenzione a autori come Pascoli, Pasolini, Saba, Michelstaedter, Folgore, Éluard, Malerba, Ruffato e l’avanguardia. Tra i suoi principali lavori figurano i libri Le teorie della critica letteraria (Carocci, 1994), Le teorie letterarie contemporanee (Carocci, 2000), L’alternativa letteraria (Meltemi, 2001), Le strategie del testo (Meltemi, 2004) e Scritture della catastrofe (Meltemi, 2007). È anche direttore di Almanacco Odradek e collabora con le riviste Athanor, L’illuminista, Moderna e Testuale. Oltre agli studi accademici, ha pubblicato un romanzo, Il bizzarro caso dell’uomo ameboide (Latium, 1988), raccolte di poesia come Materiale comune (Fermenti, 1999), Alla corte del corto. Quello che i classici pensano del cattivo governo (Le Impronte degli Uccelli, 2008), Verbigenerazioni catamoderne (Edizioni Tracce, 2012) e scritti teatrali, tra cui Recitazione (Le Impronte degli Uccelli, 2000).

CHIARA MULAS diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, è una delle artiste più significative e creative nell’ambito dell’arte-azione del XXI secolo. Attraverso atti poetici eclatanti, riesce a far emergere i miti e il simbolismo necessari per il nostro tempo, affrontando le tragedie e gli eventi della società contemporanea. Con il suo linguaggio e la sua poetica innovativa, ha contribuito in modo determinante al movimento performativo. Tra i temi principali della sua opera, che testimoniano l’impegno sociale e politico, si trovano l’omaggio a Pasolini, gli scritti carcerari di Gramsci, i riti situazionisti per Guy Debord, la lotta contro la Faida che segna la sua terra, le poesie d’azione realizzate con il poeta francese Serge Pey e la denuncia dell’inquinamento del Mediterraneo causato dai fondi petrolchimici. Inoltre, ha esplorato e celebrato la Pachamama, la madre terra, la grotta preistorica di Mas d’Azil e ha creato un ex voto vivo per i martiri dell’immigrazione a Lampedusa. La sua arte identitaria si radica profondamente nella regione della Barbagia in Sardegna, evocando un passato ricco di tradizioni che risalgono al Neolitico, unendo queste radici alla sua modernità.Chiara Mulas ha realizzato numerosi cortometraggi, tra cui Accabadora, Pentuma, Barbagia, Ruviu-Biancu-Nigheddu, Agnus Day e ha scritto poesie visive che incorporano rituali della morte tipici della Sardegna. Le sue performance, che riflettono un forte legame con le tradizioni locali, sono state portate in tutto il mondo, toccando paesi come il Québec, la Cina, il Giappone, il Libano, la Serbia, il Marocco, Israele, Belgio, Francia, Vanuatu (Sud Pacifico), Svizzera e Spagna. L’artista ha anche un sito web che raccoglie e documenta il suo lavoro.

SERGE PEY. Nato a Tolosa nel 1950, Serge Pey è un “trovatore post-moderno”, figlio di profughi catalani che si rifugiarono in Francia durante la guerra civile spagnola. È noto per il suo approccio unico alla poesia contemporanea, scrivendo i suoi testi su bastoni di castagno, un gesto simbolico che definisce il suo lavoro. Teorico della poesia contemporanea, nel 1989 ha fondato il movimento internazionale della filosofia diretta. Il suo contributo alla letteratura è stato riconosciuto con importanti premi, tra cui il Premio dell’Accademia di Francia, il Premio Artaud e il Prix International al X° “Marché de la poésie”. È considerato uno dei performer più rilevanti sulla scena poetica contemporanea, con il suo lavoro presentato in numerosi paesi. Vive a Tolosa, dove dirige il dipartimento di Poesia e Letteratura all’Università Le Mirail. È anche il creatore della biblioteca sonora e visiva dell’Università e insegna performance e poesia d’azione al Centro d’iniziative artistiche. Nel 1975, ha fondato il movimento “Emeute” e, nel 1981, la rivista “Tribu”, dedicata alla ricerca poetica e alla sperimentazione. Autore di una tesi fondamentale sulla poesia contemporanea (La langue arrachée), ha scritto una trentina di libri e CD, tra cui De la ville et du Fleuve, Prophéties, La Définition de l’Aigle, Notre Dame la Noire ou l’Évangile du Serpent, Couvre-feu, Poème pour un peuple mort, La Mère du cercle, La main et le couteau, L’Enfant archéologue, e Pour libérer les vivants il faut aussi libérer les morts. I suoi ultimi lavori sono inclusi nell’antologia Orphée Studio (Gallimard) e in Poèmes à dire du XXe siècle (Gallimard), oltre che in Lettres posthumes à Octavio Paz e un CD antologico su Hugo prodotto da France Culture. Serge Pey partecipa regolarmente a eventi letterari in tutta Europa ma anche a New York, Québec, Mexico, Tokyo. Nel 1980 ha fondato il Festival internazionale delle poesie contemporanee a Tolosa e nel 1981 ha lanciato il movimento delle Marches internationales de la poésie. Poeta impegnato, ha difeso i diritti umani e ha sostenuto pubblicamente Salman Rushdie. Ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui il premio di poesia francofona “Wallonie Bruxelles” nel 1989 e il “Yvan Goll” nel 2001. Ha partecipato a eventi significativi come Napolipoesia nel 1999 e agli Incontri di Sarajevo nel 2002.

LELLO VOCE è un poeta, scrittore e performer di grande rilievo, noto per il suo ruolo di fondatore del Gruppo 93 e della rivista Baldus. Oltre alla sua attività letteraria, è stato uno dei promotori del World Poetry Movement nel 2011, contribuendo al Festival Internazionale di Poesia di Medellín (Colombia). La sua carriera si distingue per un’ampia produzione di opere, tra cui libri, CD di poesia e numerosi progetti che mescolano poesia e musica, collaborando con artisti di calibro internazionale. Tra le sue opere principali ci sono Farfalle da Combattimento (1999), Fast Blood (2005) e Lai, che gli è valso il Premio Delfini nel 2003. Nel 2012, Piccola cucina cannibale gli è valso il Premio Napoli. Voce ha anche un’importante carriera nel mondo del Poetry Slam, introducendo questo formato in Italia nel 2001 e conducendo slams in diverse lingue. Le sue poesie sono state tradotte in numerose lingue e il suo approccio alla poesia è caratterizzato da una costante ricerca di sperimentazione e innovazione. Oggi, Voce continua a curare progetti letterari e culturali attraverso vari canali online e collaborazioni internazionali.

ALAIN ARIAS – MISSON nasce a Bruxelles nel 1936 e, durante la Seconda Guerra Mondiale, si rifugia con la famiglia a New York. Cresce negli Stati Uniti, dove si laurea in letteratura francese e greca all’Università di Harvard e inizia a sperimentare la poesia sonora. Negli anni Sessanta e Settanta compie numerosi viaggi in Europa e Nord Africa, stabilendosi in Spagna e Belgio, per poi tornare a New York, dove lavora per le Nazioni Unite. La sua natura nomade, unita alla conoscenza di otto lingue, lo porta a vivere in Italia e Francia, dove attualmente risiede con la moglie Karen Moller. Negli anni ’60 sviluppa la sua sperimentazione poetica, con un crescente interesse per la visualità della poesia, collaborando con artisti come Carlfrierich Claus, Paul De Vree, Sylvester Houédard e Clemente Padin. Una delle sue prime opere è il “Permutational Poem” in plexiglas, probabilmente il primo di questo tipo, secondo Emmett Williams. Nel 1968 lancia la serie dei “Public Poems”, azioni provocatorie in cui cerca di unire la poesia con l’azione, come nel caso di “Vietnam”, il primo evento pubblico realizzato a Bruxelles. Altri seguenti lavori includono “The Beethoven Public Poem” nel 1970 a Bonn e “The Cat & Mouse Rockefeller Plaza Speech-Balloon Public Poem” nel 1974 a New York. Nel 1973 pubblica “Confessions of a madman, murderer, rapist, fascist, bomber, thief”, un romanzo visivo costruito tramite ritagli di articoli e fotografie prese dal “New York Times”. È autore anche di numerosi romanzi, tra cui “Theatre of Incest” (2007) e “A Literary Work of Fiction” (in uscita). Nel 1978 pubblica “The Public Poem Book” che raccoglie la documentazione delle sue azioni di Public Poem. Il suo lavoro performativo si estende tra gli anni ’70 e ’80 con la serie “Floating Mental Theater”, in cui crea piccoli teatri immaginari in plexiglas e legno, dove marionette poetiche rappresentano figure letterarie e demoni. Nel 1988 torna ai Public Poems con “The Proust Public Poem” a Parigi, seguito da eventi come “The Hollywood Monsters Public Poem” nel 1991 a Los Angeles e “The Public Shamanic Chapel Sixtine Poem” nel 1998 alla Cappella Sistina del Vaticano. Nel 2003 organizza “The Public Surveillance Poem” nella metro di Parigi e, successivamente, “La Dernière Scène” a Nizza e “The Last Supper” a Marsiglia. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive, tra cui la Biennale di Venezia, la Biennale di São Paulo, la Biennale di Lione e la Biennale di Lodz. Le sue creazioni figurano in prestigiosi musei e collezioni private, come il Getty Museum di Los Angeles, il Museo Pecci di Prato e il Museo Statale di Stoccarda.

JULIEN BLAINE nato Christian Poitevin a Rognac, Francia, nel 1942, è un artista poliedrico che ha fatto della sperimentazione il cuore del suo lavoro. Poeta visuale e sonoro, performer e organizzatore di eventi internazionali, ha iniziato la sua carriera artistica negli anni ’60, esplorando il rapporto tra parola e immagine. Nel 1962 realizza la sua prima performance, Reps elephant 306, un’intervista agli elefanti del circo Franchi, seguita dall’azione Target poem, in cui coinvolge direttamente il pubblico. Nel 1962 avvia anche la sua carriera editoriale, fondando la rivista Les Carnets de l’Octéor e collaborando con Ben Vautier alla rivista Identité. Successivamente, fonda Approches nel 1966 insieme a Jean Francois Bory ma la rivista chiuderà nel 1969. Seguiranno altre esperimentazioni editoriali con Robho (1967) e Geronymo (1970). Tra le sue pubblicazioni più significative c’è Doc(k)s, una serie di monografie che esplorano le esperienze poetiche raccolte da tutto il mondo. Negli anni successivi, Blaine collabora con numerosi poeti visivi italiani, cimentandosi nella produzione di performance e mostre. Nel 1983 entra a far parte del Gruppo Logomotives, insieme a poeti e artisti come Alain Arias Misson, Jean Francois Bory, Paul De Vree, Eugenio Miccini, Sarenco e Franco Verdi, partecipando a numerose esposizioni. Blaine è anche stato un animatore culturale, fondando e dirigendo il V.A.C. (Ventabren Art Contemporain) e organizzando numerosi festival di poesia sonora in Francia, tra cui quelli di Avignon, Cogolin, Allauch, Tarascon e Lodève, dal 1997. Ha curato importanti mostre personali in gallerie e istituzioni prestigiose come la Galerie Lara Vincy (Parigi), Franklin Furnace (New York), Centre Pompidou (Parigi), e molte altre in Europa e negli Stati Uniti. Il suo lavoro ha contribuito significativamente allo sviluppo della poesia visiva e sonora, e la sua carriera continua a essere caratterizzata da una costante ricerca di nuove forme espressive e una forte interazione tra le diverse forme di arte contemporanea.

DANIELE POLETTI è un compositore di musica spirituale, pianista e cantante, il cui scopo è ispirare le persone a connettersi con la propria realtà più pura ed elevata attraverso le sue composizioni. La sua musica, che nasce da un flusso creativo profondo, fonde melodie semplici e chiare con la maestosità e la profondità tipiche della musica classica e lirica, dando vita a quella che lui definisce Musica dell’Anima. La forma della canzone diventa uno strumento potente per ristabilire il legame tra il sé e l’anima, risvegliando la gioia, la pace infinita e la calma perfetta, qualità essenziali della nostra vera natura. Discepolo del Maestro Paramhansa Yogananda, Poletti segue con dedizione il sentiero spirituale del Kriya Yoga. Ha studiato la musica composta da Swami Kriyananda, discepolo diretto di Yogananda, e ha ricevuto la sua guida diretta per perfezionare l’interpretazione spirituale e la composizione di musica capace di elevare la coscienza e risvegliare le qualità divine nell’anima. Poletti ha sviluppato un metodo innovativo di insegnamento della composizione musicale e del pianoforte che si basa sulla percezione intuitiva e sul trasferimento “magnetico” di comprensione dall’insegnante all’allievo. Le sue composizioni includono musica per pianoforte solo, canti sacri, canzoni spirituali e affermazioni di guarigione. Ha fondato lo Jyoti Studio, uno spazio di registrazione dedicato alla Musica dell’Anima e insieme a Dyuti Marra ha creato Musica InArmonia, un progetto volto a diffondere il potere trasformativo della musica spirituale.

MARCELLO SESSA nato nel 1992, ha conseguito la laurea in storia dell’arte a Milano ed è attualmente dottorando in filosofia presso le università di Pisa e Firenze. Il suo ambito di ricerca si concentra principalmente sull’estetica, sulle teorie dell’arte e dell’immagine del Novecento, con un interesse particolare per il modernismo americano. Inoltre, esplora fenomeni verbovisivi e letterari da una prospettiva estetologica. Ha scritto articoli su diverse riviste accademiche, trattando tematiche come lo spazio dell’immagine nell’opera di Giulia Niccolai, il ruolo del colore nell’estetica di Clement Greenberg, l’iconografia modernista del sonno secondo Leo Steinberg, e gli influssi morfologici sulla poesia di Corrado Costa.

Dettagli

Inizio:
6 Maggio-17:30
Fine:
31 Luglio-18:00
Categoria Evento:

Luogo

Casa Morra
Salita San Raffaele 20C
Napoli, 80136
+ Google Maps

Organizzatore

Fondazione Morra