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Ensemble Dissonanzen. Concerti di musica contemporanea. Pianoforte a Percussione – Musiche di John Cage

19 Dicembre 2001

19 dicembre 2001
OPENING 19 DICEMBRE ORE 17:00
Palazzo dello Spagnuolo
Via Vergini 19, Napoli

Da John Cage  4’33’’ per pianoforte (1952)

Sonate e Interludi per pianoforte preparato (1946-48)

Ciro Longobardi  pianoforte preparato

John Cage andava a casa di Marcel Duchamp per giocare a scacchi. Perdeva sempre.

Cage era un ottimo giocatore, ma Duchamp era un vero campione, e si annoiava molto se non trovava un avversario degno; così lo faceva giocare con la moglie. Ma anche lei vinceva quasi sempre.

Nonostante le umiliazioni scacchistiche il Nostro – carattere assai poco competitivo – perseverava nella frequentazione di casa Duchamp; non certo per gli scacchi, attività nella quale non segnava significativi progressi, ma bensì per la conversazione, che era sempre ricchissima; e quegli incontri dialogici erano vissuti dal giovane John come vere e proprie lezioni accademiche. Durante quei lunghissimi pomeriggi di-vaganti attorno ai temi artistici che accomunavano i due, Cage veniva poco a poco confermando, e sviluppando, intuizioni che sentiva profondamente in comunione con l”‘inventore” del ready-made. Trovare nella consuetudine del già fatto relazioni inedite fu una delle ossessioni di Duchamp, così come fu un tema onnipresente nel lavoro cageano.

Ecco: il pianoforte preparato è, in un certo senso, un ready made musicale.

In casa di un musicista presumibilmente c’è un pianoforte e, sempre presumibilmente, ci sono chiodi, viti, bulloni, guarnizioni di gomma etc.; il gesto inedito di associare oggetti comuni per scatenare nuovi territori di senso eredita, e radicalizza, il lascito del movimento dada, e lo proietta – segnatamente attraverso l’opera di Duchamp – nella stagione postbellica di maturità delle avanguardie.

Così Cage racconta il momento della nascita di una delle idee più efficaci e singolari per quanto riguarda l’uso atipico degli strumenti della tradizione colta occidentale: “Nel 1938 Syvilla Fort, una fantastica danzatrice-coreografa di colore che faceva parte della compagnia di Bonnie Bird alla Cormish School di Seattle, si sarebbe dovuta esibire in un programma di danza il venerdì successivo, e io ero l’unico compositore nei paraggi. Mi chiese di scrivere la musica per il suo Bacchanale. Lo spazio era piccolo, e non c’era posto per le percussioni, soltanto per un pianoforte gran coda. Così mi trovai a dover fare qualcosa di adatto a lei su quel pianoforte. E così avvenne. Lei me lo chiese il martedì, cominciai a lavorare velocemente e lo terminai per il giovedì. A quel tempo, avendo incominciato a studiare da poco con Schönberg, scrivevo sia musica dodecafonica sia musica per percussioni. All’inizio cercai di trovare una serie di dodici note che potesse suonare africana, ma non ci riuscii, poi mi venne in mente il suono del pianoforte quando Henry Cowell percuoteva le corde o le pizzicava, vi faceva scorrere degli aghi di metallo, e così via. Andai in cucina, presi un piatto per le torte e lo misi con un libro sulle corde, e mi accorsi che stavo andando nella direzione giusta. L’unico problema con il piatto era che rimbalzava. Così presi un chiodo, e lo infilai tra le corde, ma il guaio era che scivolava via. Mi venne allora in mente di sostituire il chiodo con una vite da legno, e questa si rivelò la cosa giusta. E poi utilizzai guarnizioni di gomma, piccoli dadi in prossimità delle viti, e così via…provai con le cose più strane. (…). Gli oggetti funzionano come delle sordine, e i suoni diventano più tenui rispetto a un pianoforte normale, e decisamente diversi. Trovo che preparare il pianoforte sia affascinante come camminare lungo la spiaggia raccogliendo conchiglie (…).

John Cage, da Lettera a uno sconosciuto, R. Kostelanetz, Ed. Socrates.

Claudio Lugo

(Direttore artistico Dissonanzen)

Dettagli

Data:
19 Dicembre 2001

Luogo

Palazzo dello Spagnuolo
Via Vergini, 19
Napoli, Italia
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