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HENRIK STRÖMBERG – Refraction of Lightness

16 Ottobre 2019-19:00/31 Gennaio 2020-20:00

16 ottobre 2019 – 31 gennaio 2020
OPENING 12 OTTOBRE ORE 19:00
Associazione Shōzō Shimamoto – Palazzo Spinelli di Tarsia
Largo Tarsia 2, Napoli

A cura di Chiara Valci Mazzara e Loredana Troise

“Accumulando, trasformando, usando la fotografia e
creando volumi, materializzando l’azione,
il mio gesto creativo vuole ‘con-fermare’, sospendendolo, un momento nel tempo.”    – Henrik Strömberg

Il Quartiere dell’Arte, programma ideato dalla Fondazione Morra e rivolto a promuovere una nuova consapevolezza dell’arte contemporanea sul territorio, presenta un nuovo progetto espositivo concepito appositamente per Palazzo Spinelli di Tarsia, sede dell’Associazione Shōzō Shimamoto. Gli spazi ospiteranno la mostra Refraction of lightness, che si articola in un’installazione site specific e una serie di sculture e volumi in vetro dell’artista svedese Henrik Strömberg.
La mostra, curata da Chiara Valci Mazzara (fontaine b. Berlino, Parigi) e Loredana Troise, è il frutto della collaborazione tra la Fondazione Morra e il Laboratorio Avella di Napoli con Gianluigi Prencipe.
Il progetto è stato concepito partendo dall’indagine sul territorio, sull’oggetto e sui materiali, parallelamente all’ideazione dei volumi in vetro e la realizzazione di serigrafie che l’artista ha creato durante la residenza di circa tre mesi presso la Fondazione.
Nelle stanze di Palazzo Tarsia, le sculture in vetro e l’installazione su larga scala formata da serigrafie si presentano come le due principali aree di densità dell’installazione, determinando il polo attorno a cui ruotano ulteriori elementi assemblati, accumulati, organizzati nel panorama immersivo della mostra. Il lavoro di Henrik Strömberg è il risultato di un processo creativo di indagine sulla forma e sul contenuto, sul volume e sul concetto, la mutazione, la moltiplicazione e la rifrazione del significato.
La mostra si presenta come un punto di incontro tra il lavoro di stampa, scultoreo e pittorico. Materiali poveri e vivi come la carta, vetro e giornali, concorrono alla realizzazione di opere che permettono di immergersi in un panorama costituito da lavori organizzati in un ecosistema autosufficiente che, suggerendo nuove forme, crea nuovi contenuti. Dove ogni elemento diviene parte di un tutto. I soggetti delle stampe su carta ed elementi come negativi e collage rimandano ai significati e al valore che originariamente avevano, ma sono ora arricchiti di una semantica addizionale, mentre, nel contempo, i volumi in vetro riflettono la complessità del gesto creativo. La materia viene modellata e poi tradotta nell’uso di diversi media, gli elementi si trasformano e, infine, i significanti agiscono sul contenuto. Nulla può essere isolato, tutto muta come durante l’eruzione del magma vulcanico.
Nelle sale dedicate al maestro del gruppo Gutai, i lavori e quelli dell’artista nordeuropeo si accostano nello spazio espositivo attraverso il sistema di riferimenti legato al gesto creativo. Contestualmente, i riferimenti al surrealismo, alla rivalutazione dell’oggetto trovato, al ri-assemblaggio e dalla ri-costituzione della forma per agire sul contenuto vengono percepiti come elemento caratterizzante il lavoro di Strömberg.
Nei lavori su carta le radici dei significati del passato e – nei volumi scultorei – i riferimenti alle forme biologiche vengono percepiti attraverso l’immersione in una prospettiva alterata: Strömberg riduce la radice della forma polarizzando il contenuto e posizionandolo al centro della percezione dell’immagine. L’artista non vuole offrire un’interpretazione né una chiave di lettura del suo lavoro, piuttosto innesca la nascita di una nuova esistenza del soggetto e dei suoi significati. Non venendo offerte interpretazioni o dirette analogie, lo spettatore viene esposto a un risultato inaspettato e ad un contenuto evanescente, quasi onirico.
Mentre l’installazione dei volumi e dei diversi componenti prende forma, un ecosistema di referenze semantiche creato dalla combinazione tra elementi apparentemente disparati appare come una conseguenza logica. Elementi fotografici, ritagli di negativi, lavori su carta e volumi scultorei coesistono ma la loro creazione e organizzazione non è lasciata al caso, piuttosto a una moltiplicazione di occasioni interpretative. I vari elementi concorrono a fornire una percezione più ampia, come in una danza in cui ogni singolo elemento crea una maggiore armonia.
La sequenza di riflessi, le porzioni di immagini e la verticalità dell’installazione prendono forma come un paesaggio immersivo attraverso il quale lo spettatore si muove, assorbendo la complessità degli elementi, mai ridondanti e sempre coerenti. Non esiste un’interpretazione unica ma piuttosto un caleidoscopio dato dall’uso di diversi media ugualmente coinvolti nel risultato finale.’’

Chiara Valci Mazzara

Henrik Strömberg (nato nel 1970) | con sede a Berlino (Germania) | si è laureato al Camberwell College of Art di Londra (Regno Unito) per poi conseguire un master all’Academy of Performing Arts FAMU di Praga (Repubblica Ceca) | lavora con l’idea di metamorfosi, decadimento e trasformazione dei materiali, oggetti scultorei e la loro documentazione fotografica, nonché la decostruzione e la trasformazione dell’immagine del soggetto stessa insieme con il significato e il significante| le sue opere sono state presentate in mostre personali e collettive in Germania, Italia, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Polonia, Francia, Repubblica Ceca e Stati Uniti, e acquisite da numerose collezioni in Europa e negli Stati Uniti, tra cui: Alexander Tutsek-Stiftung, Munich Germany – Ann Wolff Foundation, Sweden – Christine Symchych Collection, USA, – Kultur Hässleholm, Sweden – Mecklenburgisches Künstlerhaus, Schloss Plüschow, Germany – La Luxembourgeoise SA, Luxemburg.

Dettagli

Inizio:
16 Ottobre 2019-19:00
Fine:
31 Gennaio 2020-20:00
Categoria Evento:

Luogo

Associazione Shōzō Shimamoto
Largo Tarsia, 2
Napoli, 80135 Italia