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9 ottobre – 9 dicembre 2010
OPENING 9 OTTOBRE ORE 19:00
Palazzo delle Sperimentazioni
Corso Vittorio Emanuele 341, Napoli

A cura di Patricia Pulles

La mostra Il Ventre di Napoli è il risultato di un progetto organizzato da Patricia Pulles, in corso da due anni, che coinvolge nove artisti che vivono a Rotterdam, nei Paesi Bassi.

Dopo una breve visita iniziale (ottobre 2008- febbraio 2009), i partecipanti al progetto, provenienti da diverse discipline artistiche, durante una seconda permanenza in città (settembre 2009- giugno 2010), hanno registrato la loro percezione dello stato urbano, storico, sociale e culturale della città di Napoli, attraverso la creazione di nuovi lavori.

Il tema centrale del progetto Il Ventre di Napoli  è: come si può definire al giorno d’oggi una città multiculturale?

Sulla facciata del Palazzo Reale di Napoli sono esposte alcune statue di diversi Re del Regno di Napoli (1282-1815): Ruggero II di Sicilia, Federico II di Hohenstaufen, Carlo d’Angiò, Alfonso d’Aragona, Carlo V, Carlo III, Gioacchino Murat e Vittorio Emanuele II. Durante i secoli passati Napoli è stata dominata – per periodi più o meno lunghi – da molte popolazioni straniere, tra cui Normanni, Francesi e Spagnoli ma anche Fenici, Greci e Romani posero radici in città.

Ancora oggi è possibile rintracciare le influenze di queste varie culture nel dialetto, nel cibo, nella musica e nell’architettura della città, che  è stata una sorta di spugna, capace di assorbire le varie influenze straniere.

Questa società multiculturale ante litteram non ha però conosciuto un fenomeno di immigrazione su larga scala paragonabile a quello avvenuto in Olanda dall’inizio degli anni ‘60. Al momento, la percentuale di immigrati si attesta sul 6% anche se il fenomeno è in crescita. Si registra inoltre un rapido incremento dell’immigrazione clandestina dall’Europa Orientale e dall’Africa, attraverso l’ex colonia italiana della Libia. Il progetto Il Ventre di Napoli è nato da una riflessione sulla situazione socio-politica olandese e gli attuali, costanti quesiti che la società multiculturale pone.

Tutti gli ospiti hanno fatto riferimento nei loro lavori, direttamente o indirettamente, alla situazione socio-politica in un contesto urbano: Maziar Afrassiabi (Iran 1973), Mohammed Benzakour (Marocco, 1972), Rossella Biscotti (Italia, 1978), Libia Castro & Ólafur Ólafsson (Spagna& Islanda, collaborano da 1997), Ronald Cornelissen (Olanda, 1960), Ben Laloua / Didier Pascal (NL, studio fondato in 2001), Parisa Yousef Doust (Iran, 1973) e Katarina Zdjelar (Serbia, 1979). Partendo dalle loro peculiari identità, tutti i partecipanti al progetto IVDN si identificano con la città e attraverso le loro pratiche artistiche si collegano alla realtà urbana di Napoli. Per ognuno di loro la ‘napoletanità’ assume un significato diverso. I nuovi lavori saranno esposti nei spazi del Palazzo delle Sperimentazioni.

I partecipanti al progetto sono tutti di Rotterdam, un porto come Napoli, che accoglie un’ampia comunità di immigrati ma in un contesto urbano piuttosto differente.

L’ intento, comunque, non è quello di enfatizzare differenze o similitudini tra le due città, quanto quello di presentarle come due esempi di realtà multiculturali o, meglio ancora, due modelli di comunità urbane. IVDN vede la città come un meccanismo vivente la cui identità, intesa come architettura, pianificazione urbana, lingua, popolazione, è stata plasmata dalla propria storia e dalle varie culture che adotta ed accoglie.

L’identità di una città e la sua posizione topografica, favoriscono inoltre l’apertura e l’accoglienza a culture e popoli diversi.

Il titolo del progetto Il Ventre di Napoli, è tratto da una serie di articoli scritti nel 1884 dall’allora ventottenne Matilde Serao, nei quali si criticavano duramente alcune dichiarazioni del Primo Ministro Depretis. In quell’anno una grande epidemia di colera colpì la città. Depretis affermò che l’intero centro storico di Napoli avrebbe dovuto essere raso al suolo e ricostruito con strade più ampie, fognature migliori e case più vivibili. In una serie di nove articoli pubblicati in prima pagina sul quotidiano romano ‘Capitan Fracassa’, Matilde Serao descrisse le implicazioni socio-economiche, le tradizioni ed i costumi del cuore di Napoli, concludendo che distruggendo il suo cuore – letteralmente ‘il ventre’- si sarebbe distrutta l’intera cultura napoletana.

Dettagli

Inizio:
9 Ottobre 2010-19:00
Fine:
9 Dicembre 2010-19:00

Luogo

Palazzo delle Sperimentazioni
Corso Vittorio Emanuele 341
Napoli, 80135 Italia
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